Come dire no senza sensi di colpa

A quante, quando bisogna negare qualcosa al bambino, o dargli un divieto rispetto a una determinata situazione, è facile, poi, cadere nel senso di colpa. E’ normale e capita a tutte le mamme, per questo è importante che loro per prime sappiano quanto sia fondamentale farsi vedere risolute e consapevoli che molti “no” sono semplicemente gesti d’amore.

La psicoterapeuta infantile Asha Philips ha pubblicato un libro molto importante, sui “no che aiutano a crescere” e che io consiglio sempre, ai genitori e agli educatori, in quanto indaga i comportamenti ed i meccanismi che si generano dietro ai no degli adulti e alle strategie migliori per dare una spiegazione a quei no.

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Immagini tratte da: www.eleloldiary.com

Non dire sempre sì aiuta a comprendere che ci sono dei limiti da non oltrepassare. Per fare questo, però, proviamo a partire dai sì, e cioè dalle cose che si possono fare. Sentirsi sempre negata qualsiasi iniziativa o desiderio, spesso per la nostra fretta di rientrare in ritmi e tempi lontani da quelli che vive il bambino, fa solo innervosire entrambe le parti e porta ad un conflitto poco educativo.

E’ bene avere poche regole, ma chiare. In modo che il bambino non si senta disorientato o confuso in alcune situazioni, poiché saprà già che quella cosa non si fa e si abituerà, nel tempo, a non farla.

Se invece adottiamo atteggiamenti ambivalenti o indecisi, il bambino andrà solo più in confusione e non capirà mai realmente cosa può e cosa non può fare. Ovviamente, ai limiti della pericolosità, consiglio di far fare quasi tutto al bambino, di modo che possa toccare con mano, ad esempio, che se tocca la fiamma della candela, che per lui appare così speciale e importante, si scotta. Vedrete, così, che sarà lui stesso a non volerci provare più!

Il tutto, sempre sotto la supervisione di un adulto, ovviamente!

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Ecco, appunto, qualche suggerimento rispetto al dire no:

• Utilizziamo l’affabulazione: la narrazione che non distoglie il bambino dall’azione che vuole compiere, ma la spiega. Prima di troncare un suo desiderio, spiegate perché è meglio non assecondarlo.

• Concentratevi più spesso sui si. Dire “Possiamo fare questo” oppure “ Va bene fare così”, trasmetterà al bambino messaggi positivi su ciò che effettivamente lui può fare.

• Poche regole e chiare. Come abbiamo detto prima, abituarlo a certe regole diminuirà i nostri obblighi a dirgli di no, poiché il bambino saprà già quale comportamento adottare.

• Se piange e si dispera davanti ad una situazione, ad esempio al supermercato per un gioco nuovo, non cediamo accontentandolo, ma piuttosto consoliamolo dicendogli “Hai ragione, è molto bello quel gioco ma adesso proprio non possiamo comprarlo”. Calmiamo il suo pianto con la nostra presenza e non assecondando un suo capriccio.

• Lasciamoli un po’ piangere, ogni tanto. Il fatto che possano dispiacersi o manifestare la loro contrarietà a un nostro no, è anche lasciargli la libertà di esprimere la rabbia o un rifiuto. Poi li consoleremo!

• Arriviamo a dei compromessi. Se capita ad esempio che prima di cena o pranzo voglia una caramella, o in altre circostanze simili, invitiamolo a tenerla per dopo, a fargliela prendere e magari metterla in tasca, responsabilizzando il suo desiderio.

• Siamo risoluti. Non lasciamoci convincere dai suoi pianti o da un senso di colpa sbagliato. Stiamo agendo per lui e spiegandogli sempre ciò che accade, anche quando diciamo no, lo aiuteremo a comprendere anche che ci sono dei limiti. Dolcezza e fermezza ci aiuteranno!

Immagini tratte da: www.pianetamamma.it

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• Non sgridiamolo davanti agli altri, o urlandogli contro. Si sentirà ancora più messo in un angolo e reagirà con rabbia, senza comprendere bene il divieto.

Come genitori, è inevitabile sentirsi in colpa più spesso di quanto si dovrebbe. Quando ciò accade pensiamo che stiamo agendo come una guida, in questo particolare momento, poiché in effetti, per loro, questo siamo: una guida nel loro percorso di sviluppo e crescita.

Un tono di voce calmo è un segnale che il genitore è lì per ascoltarlo e non solo per rimproverarlo.
Ricordiamoci sempre che i bambini apprendono dai nostri esempi e dal tono della nostra voce, più che dalle parole. Se vogliamo che non urli o non usi il cellulare, dobbiamo essere noi, per primi a non urlargli contro e a non farci sempre vedere con il cellulare in mano!

 

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